Fubine Monferrato “Amici In Camper”
12 - 13 - 14 Maggio 2023
Sospeso tra colline e pianura, tra paesaggi del vino e luoghi d’arte, diviso tra sotto, con gli infernot, e sopra, con palazzi, chiese e cappelle, Fubine, nel Basso Monferrato, non nasconde nessuno dei suoi mille volti a chi varca la soglia immaginaria delle sue antiche mura a spalto.
Programma:
Venerdì 12:
Arrivo nel pomeriggio e sistemazione equipaggi, presentazioni e serata libera
Sabato 13:
Mattino arrivo e sistemazione equipaggi, presentazioni e pranzo libero
Dalle ore 14:30 alle 18:00 visite guidate al paese e ai suoi Infernot*, patrimonio dell'Unesco dal 2015 e alla Cappella Bricherasio**
Serata: ore 19:00 / 19:30 (facoltativo) degustazione apericena selezione di vini accompagnato da salumi e formaggi del territorio
Piatti freddi tipici - €uro: 18,00 a persona
Domenica 14:
Mattinata libera per visitare il paese
ore 12:30 Tutti insieme a pranzo: (facoltativo)
Menù Adulti: Grigliata mista con insalata al costo di €uro 15,00 a persona (bevande escluse)
Menù Bambini: Piatto di pasta + Hamburger + Contorno €uro 8,00 (bevande escluse)
Quota di partecipazione per 2 persone adulte + 2 bambini (fino a 12 anni): € 15,00
Quota di partecipazione extra: € 5,00 / persona
Quota di partecipazione extra (0-4 anni): gratuita
LA QUOTA COMPRENDE:
Pernottamenti in area camper con incluso:
• Carico acqua
• Scarico acque grigie
• Scarico WC a cassetta
Visita guidata ai Infernot
Visita guidata alla Cappella Bricherasio
LA QUOTA NON COMPRENDE:
Pranzo della Domenica
Apericena- Degustazione
Tutto ciò che non è incluso in “la quota comprende”
Per informazioni Incontro: Mattia +39 351 777 2001
Ti aspettiamo in:
Fubine Monferrato (AL)
Corso Aldo Porro 85
N 44.966660, E 8.426940
* Gli Infernot di Fubine
Un Infernot è una cavità sotterranea utilizzata principalmente per la conservazione del vino. Si tratta di una sorta di’ “appendice” della cantina, tipica delle abitazioni del Monferrato, scavata nel sottosuolo. Grazie alle particolari caratteristiche geologiche di questo terreno volgarmente detto “tufo”, ma nella fattispecie del contesto fubinese identificabile in livelli sabbioso-siltosi, queste cavità ipogee mantengono temperatura e umidità costanti durante tutto il corso dell’anno. Era usanza tra le famiglie contadine imbottigliare una bottiglia di vino il giorno della nascita di un nuovo membro della famiglia: sulla bottiglia veniva scritto col gesso nome, cognome e data di nascita; veniva usato il gesso, l’unico materiale in grado di resistere alle condizioni ambientali di questi siti senza deteriorarsi. Da semplici strutture monocamerali si passa a costruzioni più complesse con camere multiple e diversi livelli di profondità. Sul territorio di Fubine, a seconda dell’epoca costruttiva, se ne individuano due tipologie: Quelli risalenti a fine ‘800/inizio ‘900 sono i più diffusi: sono stati scavati a mano dai contadini durante i freddi mesi invernali quando la campagna non poteva essere coltivata e le attività all’aperto erano limitate. Questi manufatti sono caratterizzati da lunghi corridoi quasi sempre rettilinei terminanti in una grossa stanza. Quelli risalenti alla metà del ‘700 sono situati nel centro storico e sorgono in prossimità di edifici anticamente occupati da confraternite religiose. Queste strutture, molto più complesse degli Infernot sopracitati, avevano la funzione principale di “via di fuga” in caso di pericolo e, secondariamente, quella di conservare il vino. Lo si nota dal particolari corridoi molto spaziosi, che pur con andamento irregolare, consentivano un più agevole passaggio
** La Cappella Bricherasio e la cripta del Conte Emanuele realizzata da Leonardo Bistolfi
La zona su cui sorge la Cappella è nota come “dei Cappuccini” (Capissìn, in dialetto). In questo luogo, infatti, nel 1611, venne eretto il Convento dei frati Cappuccini. Quest’ultimo venne abbandonato e distrutto nel 1814 a causa dell’Editto Napoleonico che soppresse gli ordini religiosi. L’attuale Cappella fu commissionata nel 1864 dal Conte Cavaliere Luigi di Bricherasio, padre del conte Emanuele e della contessa Sofia. L’edificio venne realizzato in stile neogotico. La struttura esterna, interamente in mattoni, presenta pareti molto sottili, caratterizzate da alcuni piccoli contrafforti, cinque su quelle laterali e due in facciata. Ulteriore caratteristica tipica dell’epoca è l’utilizzo dell’arco a sesto acuto sia nell’impostazione delle volte interne sia nelle finestre. Al di sopra dell’arco di entrata trovano posto un bassorilievo in pietra con lo stemma nobiliare dei Cacherano di Bricherasio e un piccolo rosone che lascia filtrare la luce all’interno della cappella. Il pavimento antistante l’altare, è decorato con un mosaico che riproduce un verso tratto dall’“Eterno riposo”. La piccola navata è illuminata da vetrate policrome tipiche dell’epoca.
Sulle pareti della cripta sono presenti numerose lapidi di membri della famiglia comitale. Sulla sinistra campeggia il grande bassorilievo scolpito in onore della marchesa Teresa Massel di Caresana sposa di Luigi di Bricherasio e madre di Emanuele e Sofia, ultima discendente della famiglia. In fondo, trova posto il monumento funerario del Conte Emanuele realizzato dallo scultore casalese Leonardo Bistolfi amico personale del Conte Emanuele e uno dei maggiori esponenti della corrente Liberty. Un autentico capolavoro nel quale il Conte Emanuele, disteso nella quiete della morte, è effigiato con l’uniforme di Ufficiale del Piemonte Reale Cavalleria e vegliato pietosamente da un angelo col capo velato. Accanto alla tomba del Conte riposa il suo grande amico Federico Caprilli, capitano di cavalleria e Magister Equitum, morto in circostanze oscure, poco dopo l’altrettanto misteriosa morte del Conte Emanuele firmatario nel 1899, con altri aristocratici e imprenditori torinesi, dell’atto di fondazione della F.I.A.T. poi trasformatasi in Fiat nel 1906. Colto e di idee avanzate, attento alle nuove istanze sociali, il Conte era definito dalla gente del paese “il conte socialista”.